“Still alive for the rain”

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È una di quelle giornate dove è facile scrivere. Metto su Grooveshark “Bon Iver” di Bon Iver. Non lo ascoltavo da un po’. Naturalmente, come ben sai, inizia da Perth. Ti ho rotto i coglioni un bel po’ con ‘sto pezzo e con il suo martellante “Still alive for you love“. Mhh, già. Lascia un attimo che continui con la descrizione della giornata e del periodo, ok? Fuori sta venendo giù il mondo. La prima pioggia “vera” dell’inverno. Lo stress di questi giorni (non ti ammorbo con la storia della mia vita) mi sta rosicchiando piano piano, fortunatamente da oggi dovrei avere un attimo di respiro. Non possiamo fermarci ad oggi, però. Sabato, in un paese sperduto della Basilicata, ho sbagliato treno. Avessi detto “Stazione Tiburtina” o “Milano Centrale”. Lo so, c’era solo un binario ma siamo stati capaci di sbagliare. Ti assicuro che non è stato un problema. Quel treno si è avventato contro le valli adagiate sotto i raggi del tramonto. Dovevi vederli, i porci. Come copulavano in quei trionfi di colori! Il verdastro bruciato, con il marrone secco e profondo della mia terra che si avvinghiavano a quel colore, che preferirei non nominare, che usciva fuori da quella palla di fuoco che si era ormai, giustamente, rotta i coglioni del nostro emisfero per quel giorno. E insomma, immagina me in quel vagone. Immagina cle mani tremanti che non riescono a non resistere ai miei quaderni. E a tutto questo, aggiungi che dall’altro lato c’era lei. Lei qualcosa in passato ha significato e che chissà se non fosse una mazza nel culo, simpatica come la madre di Satana, potrebbe significare qualcosa ancora. Che separati da quel corridoio a da quei “ma, se, ormai” eravamo comici. Io con quella rabbia che eruttava da quella penna e lei così ridicola con quella posa da donna in carriera dentro quegli occhi dolci, il viso da bambina e quella luce che poteva stendere al tappeto il più preparato dei pugili, qualsiasi cintura mondiale avesse da esibire al pubblico. E per luce intendo la sua, mica quella del sole. Comici davvero. E dall’altro lato del finestrino c’era pure quell’altra che non ha mai significato niente in questa vita, se non nel ticchettio della mia tastiera o nel ruvido incedere della penna. Lì si è presa qualcosa, altrove è rimasta in qualche luogo sicuro, senza che né il vento né il sale del mare le corrodessero la pelle di bronzo. Oggi è difficile pensare a Perth. Justin Vernon con il suo falsetto può ripetere quante volte vuole “Still alive for you love”. So solo che a destra, sui sedili, e a sinistra, fuori dal finestrino, c’erano due delle mie migliori opere. Per anni, forse secoli, sicuro per millenni le ho incise su archi di marmo di non so più quanti mondi. Forse è vero, sono ancora vivo. Sono vivo come dice la canzone. Semplicemente non so per chi. Forse né per l’irreale abitante delll’universo parallelo di sto cazzo né per la più reale amica del principe delle tenebre. Che per quanto rimpianga le sue labbra, il suo corpo nudo e quel sorriso nella penombra di una notte d’agosto, sento lontana dai miei scalpelli. Strumenti pronti a scolpire i connotati di chiunque con un semplice gesto. Che dirti, amico mio. Capisci perchè scrivo oggi? Oggi che per citare un altro dei post di questo blog piove sulle nostre cazzo di vite? Forse questa pioggia non raggiunge i suoi capelli lisci come un mare calmo d’estate né i ricci dell’altra, mossi come un altopiano misterioso da esplorare. Si scrive per questo, blog. Perchè a bestemmiare contro il cielo che ti risponde per le rime con i suoi tuoni, si perde solo tempo. Si scrive perchè non solo il cielo ha bisogno di esplodere in fulmini. Non solo lui ha energia da dissipare. Perchè la calma dopo la tempesta ha bisogno della tempesta. Che sia pioggia o tasti rumoreggianti, basta che esploda. Dopo, l’aria è sempre la stessa. È uguale. Bisogna uscire fuori è respirare a pieni polmoni. Aaah. Ti ho detto che mi piace la pioggia?

Ps. Mi piace mettere sempre musica diversa. Qui non ho potuto evitare di ripetermi. Non rompere le palle, però. La canzone merita. Ah, dimenticavo, naturalmente la foto è mia. Scattata proprio da quel treno. Figo, eh. Non racconto puttanate.

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5 risposte a “Still alive for the rain”

  1. brigittehell ha detto:

    Bello, molto bello.

  2. bumpyclimb ha detto:

    Io proprio ti leggo volentieri….:-)

    • vince2006 ha detto:

      Grazie 🙂 Anche io capito spesso sul tuo blog ma soffro di una grave forma di accidia nel lasciare tracce dei miei passaggi internautici. che poi, visto che mi fa piacere quando commentano me, mi ripropongo sempre di fare qualcosa in più. Un giorno raggiungerò la pace interiore e lo farò.

      • bumpyclimb ha detto:

        Non c’è problema!!! Non vivo per il blog è il blog che vive per me! Insomma, anche io sono restia a lasciare commenti, anzi frequento poco questo mondo al di fuori del mio spazio!
        Ma quando leggo quello che scrivi sono trasportata in un’altra dimensione, è proprio un piacere, quindi non mi costa niente fartelo sapere!!
        Ciao!

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