Stasera voglio…

Voglio contenere moltitudini. Voglio essere mutevole come gli storni in volo. Non voglio più porre attenzione alla coerenza. Voglio che il vento del nord muti le nubi e il mio umore. Voglio che le onde del mare si possano specchiare nel mio spirito e trovarsi pettinate per bene. Voglio che le poesie declamate sul tetto del mondo siano una citazione del mio respiro. Majakovskij, Whitman, Esenin, Montale e i loro versi in rima con il mio alito. Voglio che l’aquila e il suo volo rassomiglino al mio sguardo su lande sconfinate come le terre che ancora non ho visitato. Voglio che le spiagge mi sfidino a chi è più vasto. Voglio che il tramonto non sia sicuro, vedendomi, del suo non avere limiti. Voglio armonie complesse dispiegate sulle ali degli uccelli che volano a sud. Voglio il primo raggio dell’aurora direttamente spalmato sul mio corpo. Voglio che le nostre processioni tristi diventino un pellegrinaggio selvaggio e sacro verso promontori arcaici che ci videro elevati verso regni celesti dove brindammo con divinità sconosciute. Voglio che il Dio che mi ha creato sia una mia idea. Voglio un confine per la precisa ragione di superarlo. Voglio il mondo, ora, qui davanti a me, per gridargli con forza in faccia. Voglio il mare per vederlo minuscolo. Voglio la donna senza volto che mi agita i sogni vestita di un abito dorato. Voglio che stasera l’universo mi veda chinato verso di lui mentre lo sorreggo sulla piega sorniona del mio sorriso.